
Il successo di una trasmissione come “Portobello” è indissolubilmente legato al nome del suo creatore, Enzo Tortora. Il presentatore nonché autore televisivo fu allontanato per diversi anni dalla Rai per un’intervista critica nei confronti dei suoi vertici.
Anni dopo, ispirato dagli annunci pubblicati sul settimanale “La domenica del Corriere” ebbe l’idea di un programma basato sulla dinamica della vendita e acquisto. Assieme alla sorella Anna, con l’autrice e collaboratrice Gigliola Barbieri e il pubblicitario Angelo Citterio, propose il progetto all’allora direttore della Rete 2, Massimo Fichera che ne rimase affascinato.
Il 27 maggio 1977 dallo Studio 1 delle Fiera di Milano andò in onda in bianco e nero la prima puntata di “Portobello”: il nome fu ispirato dal noto mercatino londinese di cui Tortora era un estimatore, nello studio campeggiava anche una riproduzione del famoso orologio Big Bang, protagonista della frase con cui il presentatore concludeva le trattative: “Big Bang ha detto stop!”.
Già a metà della prima stagione, Enzo Tortora ringraziava gli spettatori che da 5 milioni iniziali erano passati a 12 milioni per poi superare i 20 milioni nelle puntate successive. Da uomo di spettacolo navigato, ebbe la capacità di cucirsi un programma su misura in cui era perfettamente a suo agio, manifestando le naturali doti empatiche con i numerosi ospiti presenti in studio.
Il pubblico fu grato a Tortora d’aver portato di fronte alle telecamere la gente comune con i suoi problemi e le sue piccole ambizioni. L’elemento sorpresa fu un altro dei requisiti che rese “Portobello” trasmissione destinata a entrare nella storia della televisione.
Pur seguendo una scaletta fissa, il fatto che in ogni puntata vi fossero ospiti diversi con “annunci” diversi creava nel pubblico l’aspettativa del chissà cosa sarebbe potuto accadere.
Il pappagallo che portava il nome del programma già presente nella sigla animata scritta e suonata da Lino Patruno, fu un altro elemento di richiamo per i telespettatori. In ogni puntata una persona scelta fra il pubblico in studio, ma in alcuni casi venuta appositamente, si cimentava nel tentativo di far pronunciare alla bestiola in 30 secondi la parola “Portobello”, impresa andata a vuoto fino al 1982; in palio numerosi premi che si accumulavano di puntata in puntata.
Ogni settimana un gruppo di ospiti, in genere 4, proponeva il proprio annuncio televisivo di compravendita. In seguito ciascun inserzionista era fatto accomodare in una cabina contrassegnata da un apposito numero di telefono, cui il pubblico da casa se interessato poteva fare riferimento. Negli anni da “Portobello” sono passate le proposte più svariate, dalla ricerca di cappelli da bersagliere per una banda musicale di Eboli, alla vendita del brevetto della culla per bambini che ondeggiava da sola, all’apparecchio che secondo il suo ideatore avrebbe avuto la capacità di spegnere a distanza il motore di qualsiasi mezzo terrestre o aereo, e ancora il collezionista di giocattoli antichi, fino all’inventore dell’inginocchiatoio pieghevole.
Rubriche come “Fiori d’Arancio” per la ricerca dell’anima gemella e “Dove sei?” dedicata a chi cercava persone scomparse o di cui si erano perse le tracce da lungo tempo, furono fonte d’ispirazione per numerose trasmissioni future. Al centralone del programma coordinato da Sua Soavità (come la chiamava Tortora) Renée Longarini, un gruppo di ragazze alcune delle quali destinate al successo come Eleonora Brigliadori, Susanna Messaggio, Paola Ferrari, Federica Panicucci.
Il 6 gennaio 1978 “Portobello” andò in onda per la prima volta a colori: “E’ toccata anche a noi, questa sera siamo intinti nel colore” furono le parole di Enzo Tortora. Nella stessa puntata il pompiere Pierino Eppi lanciò l’appello per la ricerca del bimbo che anni prima aveva salvato fra le macerie di Gibellina durante il terremoto del Belice in Sicilia. La ricerca ebbe un esito felice, nella puntata successiva del 27 gennaio, fra la commozione generale, avvenne l’incontro tra i due. Tortora non mancò di mettere l’accento sui ritardi della ricostruzione attribuiti alla politica, “Portobello” fu anche un programma di denuncia sociale.
Nella storica puntata del 1 gennaio 1982, inaugurata dal presentatore in un insolito costume da Pulcinella, avviene la svolta: l’attrice Paola Borboni all’epoca 82enne riesce nell’impresa di far pronunciare al pappagallo Portobello il proprio nome.
La trasmissione continuò fra il successo generale fino al 1983 quando Enzo Tortora fu vittima di un clamoroso errore giudiziario. Tornerà al timone del programma nel 1987 completamente scagionato, ma segnato nel fisico e nell’animo da quella terribile esperienza. Tortora iniziò la puntata cosi: “Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, io questo non lo dimenticherò mai e questo GRAZIE a questa cara, buona gente dovete consentirmi di dirlo…”.
Il 18 maggio 1988 Enzo Tortora ci ha lasciato stroncato da un tumore.
Enzo Mauri