
Martedì sera abbiamo avuto il piacere di fare una gradevole chiacchierata con Stella Pecollo, attrice di cinema e di televisione, oltre che performer a tutto tondo in alcuni dei musical più importanti d’Italia.
Stella lavora in America e nel Regno Unito, oltre che in madrepatria, spesso come attrice caratterista, ma sa ritagliarsi ruoli anche più drammatici e di primo piano.
La donna con cui abbiamo parlato per una buona mezz’ora ci ha dato la piacevole sensazione di una ventata d’aria calda, piena di passione e dedizione per quello che ama.
Ma ecco che cosa ci siamo detti nel dettaglio.
Stella, hai lavorato sia in Italia che negli Stati Uniti e in Inghilterra. Che differenze hai riscontrato tra il lavoro che si fa in Italia, in Usa e in Uk?
Diciamo che anche il lavoro rispecchia la cultura di un Paese. In Inghilterra sono molto precisi e puntuali. Rispettano le regole. Nel nostro ambito però è anche limitante. E’ difficile così con loro andare oltre quello che è l’ordinario. Negli Stati Uniti, soprattutto a New York che è dove sono stata di più, l’ambiente è invece molto più aperto. Ad esempio, ti racconto questo aneddoto, ho provato a fare un provino per “Cenerentola” e mi hanno chiesto se volevo propormi nel ruolo di Cenerentola proprio, quando io pensavo di fare la sorellastra… Loro sono molto aperti, premiano il talento e sono un po’ fuori dai cliché. In Italia è diverso ancora. Devo dire comunque che noi italiani piacciamo molto all’estero in questi ambienti.
Pensi che sia per la preparazione, per la qualità delle nostre scuole d’arte?
No, non è quello, è la passione. Noi abbiamo una passione forte, fa parte del nostro DNA, è dentro di noi. Loro (gli americani e gli inglesi, ndr) hanno magari l’Actor Studio, Shakespeare, ma noi, oltre alla grande Storia che comunque possediamo, abbiamo una passione così forte che in un lavoro artistico si percepisce, loro la percepiscono. Il cinema italiano, poi, è il migliore al mondo e questo è riconosciuto all’estero. Noi italiani siamo instancabili, andiamo ben oltre l’ordinario e questo piace molto.
Riesci a esprimerti meglio in tv, al cinema o nel musical?
Nel musical assolutamente. E’ una dimensione che mi permette di fare tutte le tre discipline insieme. Ovviamente è più divertente, a me dà più soddisfazione. Poi io vedo queste tre cose come tre lavori diversi, quando vai a lavorare vai a farlo in tre mood molto differenti.
Parlami un po’ del tuo personaggio in “Extravergine”, la serie tv di Sky: si tratta di un tipetto piuttosto piccante…
(Ride, ndr) Diciamo che mi sono divertita da morire. C’è sicuramente, come sempre capita, una parte di me nel personaggio. Quello che mi piace del mio personaggio è che Violante è una donna insicura, ma che se ne frega. Ama il cibo, fare sesso, ama molto il suo uomo. Lei vive liberamente le sue passioni. È vulnerabile, ma forte. Rispecchia proprio tutte le sfaccettature della donna.
Parlando invece di “Siberia”… come è stato lavorare con Abel Ferrara e Willem Dafoe?
Allora ti dico subito che sull’uscita di “Siberia” non so nulla, credo che sia in uscita prossimamente… Non so nemmeno io la data. Lavorare con Willem Dafoe è stato meraviglioso. Willem è una persona d’oro, di una dolcezza incredibile. Io parlo inglese come l’italiano, quindi abbiamo parlato molto. Lui mi dava le indicazioni insieme al regista, ad Abel Ferrara. Era bello vedere il rapporto fra i due. Abel è diverso da Willem, è un classico newyorkese del Bronx. Io adoro New York e credo di capirlo, lui è molto diretto, molto schietto, ti dice tutto senza grandi giri di parole.
Hai lavorato anche con Kevin Spacey, cosa ci puoi dire di lui?
Con Kevin Spacey ho lavorato per un mese intero. Mi sono trovata bene. Lui è una persona davvero assillata dai fan, in maniera molto persistente. Poi ti parlo di quando abbiamo girato che era prima dello scandalo… (Kevin Spacey è tutt’ora sotto inchiesta nel Regno Unito e a Los Angeles per presunti abusi sessuali, ndr) spero che il film esca, purtroppo per questo motivo è tutto ancora bloccato. Io l’ho trovata una persona splendida, molto gentile, disponibile, giocosa. La mattina, io mi ricorderò sempre questa cosa, lui arrivava in sala trucco e urlava “Stellaaaa!” imitando la scena di “Un Tram che si chiama Desiderio”, quando Marlon Brando chiama appunto Stella in quel modo. Lo avrei voluto registrare per poi utilizzarlo come sveglia. (ride, ndr)
Cosa vorresti fare in futuro? Hai un sogno, un obiettivo particolare in mente?
Sono contenta di essere nel giro delle sitcom. Vorrei entrare nel giro delle sitcom hollywoodiane. Il mio sogno è Hollywood, l’America…
A Broadway non ti è mai capitato di lavorare?
No! Magari! Per ora no. E’ un grande sogno anche quello.
Ora ti chiedo di dirmi: un attore preferito, un regista preferito e un cantante o gruppo musicale preferito… Vai!
Melissa McCarthy. Per me lei è un esempio. Come attrice e come donna ha rotto tanti schemi e ha sfondato mille portoni per noi attrici caratteriste. È un’attrice in carne che ha saputo ritagliarsi parti da protagonista e ora è una delle più pagate al mondo. Bravissima e stupenda, davvero. Regista vediamo… ce ne sono tanti… mi piacerebbe tanto lavorare con Guillermo Del Toro. Mi piace perché fa un genere unico e particolare e non ho mai lavorato in un film del genere. Come cantante, beh, la mia numero unico è Alanis Morissette, dal 1995 proprio. La seguo e ammiro molto anche da un punto di vista umano e spirituale. Poi è dei Gemelli come me!
Quando hai capito che volevi fare l’attrice?
Allora, la mia primissima passione è stata il canto. Da piccola cantavo in continuazione. Tramite i corsi di canto mi sono approcciata al Teatro e da lì mi sono innamorata fortemente di tutto questo mondo. Il primo corso di teatro l’ho fatto che avrò avuto 12 o 13 anni.
Il momento più emozionante della tua carriera.
Quando sono stata scelta per il film con Kevin Spacey. Dopo 15 giorni mi ha chiamato la mia manager per dirmi che il regista si era innamorato platonicamente di me e che mi voleva a tutti i costi nel progetto. Il regista ha voluto creare ad hoc un ruolo molto più importante di quello per cui avevo fatto il provino. E’ stato incredibile, un sogno, era la prima volta che lavoravo a Hollywood.
Federico Guarducci