
Non c’è una sola parola per descriverla, perché Valeria Altobelli è tante cose… I successi e i traguardi che ha raggiunto sono tanti. Ha portato il suo talento ovunque, calcato le scene più importanti, indossando ogni volta una veste diversa: da cantante a conduttrice, da modella fino ad attrice di teatro e cinema. Ma Valeria non si è fermata qui. Cuore puro e altruista, è anche fondatrice e presidentessa di Mission NGO, un’associazione benefica che conta volontarie in oltre 150 Paesi e che si occupa della difesa dei diritti di donne e bambini. Perché secondo lei “Dopo il verbo amare il verbo aiutare è il più bello del mondo”.
Un’anima bella che Spettacolo News ha incontrato durante l’Ischia Global Fest 2021, avendo l’opportunità di fare una piacevole chiacchierata all’ombra dell’Hotel Miramare e Castello.

Hai sempre voluto intraprendere questa carriera nel mondo dello spettacolo? Raccontaci un po’ come è iniziato il tuo percorso…
La cosa che ho sempre voluto fare e che sentivo forte era dare dei messaggi. E mi rendevo conto che se cantavo, se recitavo, se andavo all’università e davo un esame, se insegnavo perché poi sono passata all’insegnamento, se facevo qualsiasi cosa senza dare un messaggio non ero felice, non ero completa. Crescendo e facendo un bilancio mi sono detta “Ma qual è veramente la cosa per cui sono chiamata?”. Non è una cosa che decidi tu. Ti trovi in delle situazioni, incontri delle persone, ti trovi a parlare di alcune cose e capisci che i passi su questa terra sono mossi da forze più grandi. Ho studiato da notaio, da ambasciatore, ma non era quello per cui ero chiamata. Evidentemente oltre a fare arte dovevo rappresentare una categoria, che era quella della donna, quindi avere questo approccio non da avvocato, ma da avvocata, da colei che viene chiamata perché ha un equilibrio per rappresentare le esperienze altrui.
Cantante, modella, conduttrice e attrice. Quale ruolo senti che ti appartiene di più?
Ciò che mi fa battere di più il cuore è sicuramente la musica con dei messaggi sociali. Noa è una grande amica di questo festival, la rappresentai anche a “Tale e quale show” e non l’avevano mai rappresentata. È una mia cara amica, amica di Pascal. Lei per me è davvero l’esempio di persona che riesce a dare dei messaggi parlando con un linguaggio che è la musica. Quindi la mia attitudine è sicuramente la musica, semplicemente perché è un linguaggio universale. Io parlo 5 lingue ma secondo me sono poche, perché non riesco ad arrivare alle persone che parlano ad esempio il cinese o l’arabo. Invece con la musica arrivi a tutti, quindi i messaggi che dai sono più liberi.
Componi anche in inglese. Differenze rispetto a quando scrivi in italiano?
In inglese lo spirito fluttua di più, perché è una lingua più libera, più semplice e immediata. L’italiano è una lingua più strutturata e poetica, meno musicale. A me sia cantare che scrivere viene più naturale in inglese, però mi rendo conto che sono nata in Italia. Ho dovuto lavorare su questo aspetto, ho lavorato su me stessa e ho iniziato a scrivere completamente in italiano. Se non hai la consapevolezza di chi sei, ti perdi. Da questo punto di vista la pandemia è stata una benedizione per me. Ho potuto regredire, riflettere e dedicare anche un po’ più tempo alla mia famiglia.
Cosa ti ricordi di quando hai duettato con Lionel Richie?
Ero in Cina, non sapevo per quale motivo. Nella vita mi sarei aspettata di tutto tranne che partecipare e vincere un concorso di bellezza. Ho conosciuto una persona molto semplice, carismatica, umile, che parlava della figlia. Dopo che fui eletta Miss Mondo ci trovammo a parlare e dissi “Diamine, è un uomo, è un padre, è un compagno, un amico”, perché con me tirò fuori quell’animo. E mi sono resa conto che le persone che eccellono nel lavoro sono quelle che non ci pensano proprio. Io non so quello che ho fatto e quello che farò, so soltanto che voglio imparare, c’è sempre qualcosa o qualcuno a cui ispirarsi e a cui ispirare qualcosa.

Com’è stare qui, al Festival di Ischia, dopo un anno difficile che sembra comunque non essere finito?
È bello perché ti dà la prospettiva della ripartenza. Qui vedo molta misura, mi sento protetta e secondo me può essere il primo passo per andare avanti.
A quali progetti stai lavorando al momento?
Un progetto imminente è il tour di quest’estate con il pezzo che ho portato in Albania, che si intitola “Anima semplice”. È un pezzo che mi rappresenta molto, è stata una rinascita. Poi stanno nascendo altri progetti, io ho questa forte chiamata verso l’estero. Pensa che prima del Covid mi stavo trasferendo in America, ma si vede che il mio piede fermo deve essere qua, in Italia!
Gerarda Servodidio
Ph in evidenza: Orlando Faiola
