
Una parola che racchiude il mondo e che dà il titolo al decimo lavoro in studio dei Negramaro: “Contatto”. Il contatto è per definizione “l’accostamento di due corpi fino a toccarsi’”. Oggi, nell’era del Coronavirus, sembra un’utopia, con tutte le precauzioni e le attenzioni che dobbiamo avere, mascherine e distanza minima comprese. Giuliano Sangiorgi, frontman della storica band salentina, ha iniziato a ragionare sul significato del termine contatto già in tempi non sospetti, quasi profetici. Come ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione del progetto discografico: “Abbiamo cominciato a scrivere questo album più di un anno e mezzo fa. Contatto è un titolo che ho usato più di un anno fa per raccontare quello che stava succedendo nel pianeta. Mi sono reso conto che nell’epoca digitale questa parola, che ha dentro di sé la fisicità, il sangue, la pelle, il tatto si è svuotata di tutto ciò. Quindi più di un anno fa avevo voglia di ridarle quella fisicità persa. In questi mesi questa parola è diventata tutt’altro, ha fatto il triplo salto vitale ed è tornata ad avere una fisicità ma anche un altro lato: contatto oggi è la parola più sognata, quindi ha una dimensione onirica che è stupefacente.”.
“Contatto” è un concept album di 12 tracce, 12 storie con lo stesso finale, 12 viaggi che riportano alla stessa meta: il cambiamento. È il momento di cambiare secondo Giuliano Sangiorgi. E bisogna avere la forza di cambiare a partire dalle piccole cose, dai piccoli gesti perché si torni a respirare l’aria della speranza e dell’ottimismo. Quale modo migliore di essere il portavoce del cambiamento se non con un disco? “Non voglio rispondere a commenti disumani che riguardano il Black Lives Matter, il razzismo, le persone che migrano e non i migranti. Tutti questi argomenti passano attraverso il Covid, che ti fa riflettere di più. Noi abbiamo trattato dal punto di vista umano tutte quelle tematiche che avremmo voluto discutere sotto un post. Come cantavano i Pooh ‘Il mio posto è là’, io direi parafrasandoli ‘Il mio post è qua’. È questo il posto in cui io voglio dire la mia. Ho detto quello che noi 6 pensiamo su questioni umane. Un cantante deve dire quello che pensa. Siccome non possiamo scrivere sotto i post, penso che questo sia il nostro posto e post. Essere un uomo oppure un cantante? Veramente devo fare solo intrattenimento e non posso esprimere un’opinione? Non mi va, voglio dire quello che penso”, ha ribadito con fermezza il cantante dei Negramaro.
Un album sentito, cucito addosso e per certi versi sofferto, germoglio di una crisi. È dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie, citando qualcuno. “Contatto” è un messaggio alle nuove generazioni, in cui Sangiorgi ripone molta fiducia, augurandosi che gli venga data una vera opportunità di dimostrare quanto valgono. Non a caso, l’unico feat. presente nel disco è con la giovanissima Madame: “Quando abbiamo registrato Madame aveva 17 anni, ma non ci siamo accorti della differenza d’età. Madame ha 170 anni di testa, di scrittura e vedrete, se non altro l’abbiamo scelta dopo 10 anni di assenza di feat, ancora una volta una donna, perché la donna nella musica, nella letteratura spacca soprattutto quando siamo davanti a personalità forti. Questo è l’esempio di come tutto è un corso e ricorso storico culturale.”.
Costruire ponti che uniscano, ripopolare il pianeta di umanità e nell’immaginarlo Giuliano Sangiorgi ha voluto rendere omaggio al grande Lucio Dalla: “Guardare le strade e vedere l’assenza di vitalità mi ha fatto pensare che abbiamo un grande dovere di ripopolare questo pianeta nella maniera più congrua possibile. Ho pensato che sarebbe potuto ricominciare tutto da due nuove figure che avrebbero sostituito Adamo ed Eva e per me sono Anna e Marco, due simboli che vorrei ripopolassero questa terra, persone che sognano da un piccolo posto del mondo. Ho immaginato che le strade si riempissero di Anna, Marco e di tutte le persone che fanno della diversità qualcosa di cui non bisogna neanche più parlare.”.
Altra influenza è stato Ennio Morricone. Nel singolo “Dalle mie parti” troviamo le orchestrazioni arrangiate dal Maestro Stefano Nanni, che ha diretto per l’occasione l’Orchestra Roma Sinfonietta del compianto compositore. In “Noi resteremo in piedi” ci sono, invece, riferimenti a Giovanni Lindo Ferretti e ai CSI: “Sono il più piccolo di casa e i miei fratelli mi hanno educato ai CCP, CSI. Questa citazione nelle metriche, anche nello sviluppo rapido di raccontarlo è un omaggio a quel mondo lì. Lindo per me è quella cosa lì che non deve cambiare, fa parte di quei geni che fungono da faro”, ha specificato Giuliano Sangiorgi.
La conferenza si è chiusa con l’ennesimo monito a non abbatterci: “Dobbiamo sopravvivere fino all’arrivo del vero contatto. Io credo che avverrà. Questo è il momento in cui dobbiamo sopravvivere per avere finalmente il contatto fisico. Tutto quello che facciamo non ha senso se non siamo insieme. Se non c’è l’altro l’umanità sarebbe nulla. ‘Contatto’ non è solo un sogno ma una culla di pace, dentro cui abbiamo inserito queste canzoni anche per dare un po’ di pace a noi stessi, ne abbiamo bisogno.”. Dell’importanza della condivisione parla in senso largo la canzone “Vieni a ballare”. L’ispirazione è stata Stella, la figlia di Giuliano Sangiorgi. Erano al mare, la piccola ballava senza fermarsi e “più la guardavo e più andavo avanti nella scrittura. Ballare vuol dire stare insieme, fare i pazzi, è tutto collegato.”.
I Negramaro ci sono, in carne ed ossa. Con il mondo e per il mondo, con l’umanità e per l’umanità. Ora e sempre.
Gerarda Servodidio