
È un giovane cantautore romano che si sta facendo strada nel mondo della musica e che già promette bene: è Leonardo Zaccaria. Due singoli pubblicati, ossia “Il senso di una storia” e “Louvre”, quest’ultimo uscito lo scorso 25 settembre ed entrambi affidati alla produzione di Michele Canova. I testi di Leonardo Zaccaria riflettono i suoi interessi, come il cinema e l’arte e sono sempre accompagnati da un tocco di malinconia. Le parole sono profonde e mai scelte a caso. La frase “E balleremo in un supermercato chiuso ma ci sembrerà di stare al Louvre” la dice lunga: vedere il positivo nel negativo, la luce nel buio, il bello nel brutto e potremo continuare all’infinito, ma meglio se lo leggete nell’intervista rilasciata a noi di Spettacolo News!
Se ti dovessi presentare al grande pubblico, cosa diresti?
Sono Leonardo Zaccaria, ho 22 anni, sono un cantautore romano e ho da pochissimo cominciato il mio percorso artistico e discografico. Da due anni lavoro come autore per altri cantanti ma adesso sto finalmente pubblicando le mie canzoni. Sono anche un appassionato di cinema che spesso porto nelle mie canzoni con riferimenti a diversi immaginari e film. Il mio primo singolo “Il senso di una storia” è uscito un mese fa e adesso ho appena pubblicato il mio nuovo singolo “Louvre”. Sarà un viaggio difficile ma bello e spero che sarà anche il viaggio di tante altre persone che potranno riconoscersi nella mia musica.
Qual è il motore delle tue canzoni? Cosa speri arrivi a chi le ascolta?
Sono tante le emozioni che mi spingono a scrivere delle canzoni. Certamente il mio mondo musicale è caratterizzato dalla malinconia, che a mio modo di vedere è una dolcissima condanna. Noi malinconici di professione a volte ci culliamo nei ricordi e spesso sentiamo che quella è la nostra dimensione, ma così facendo rischiamo di guardare troppo spesso al passato. Ho scritto anche un pezzo su questo, magari un giorno lo ascolterete…
Sei agli inizi della tua carriera. Quali consigli ti ha dato un professionista del calibro di Michele Canova?
Innanzitutto sono grato alla musica e onorato di lavorare con un produttore del calibro di Michele Canova. Sarebbe difficile individuare dei consigli in particolare, lavorando con Michele imparo continuamente cose nuove e conosco meglio le sfumature di questo mondo. Lui mi ha sempre messo molto a mio agio, rispettando le mie idee musicali e la natura delle mie canzoni. Mi fido molto di lui e ogni volta lo ascolto con estrema attenzione e coinvolgimento.
Del brano “Louvre” hai detto che vuole essere una liberazione. Puoi spiegarci meglio?
“Louvre” affronta le riflessioni, i dubbi e le preoccupazioni che tutti abbiamo nei confronti del futuro. I nostri obiettivi ci portano a vivere ogni giorno cercando di raggiungerli, cosa che spesso non è facile e quindi a volte provoca in noi momenti di sconforto o delusione. Con questa canzone voglio dire a me stesso e agli altri che questi momenti ci sono e continueranno ad esserci, accettarlo vuol dire liberarsi. Dobbiamo continuare a lavorare e a crederci, ma vivendo più serenamente il nostro viaggio. Voglio dire a me stesso e agli altri che siamo sempre alla ricerca di qualcosa di straordinario, di eccezionale e lo pensiamo come un qualcosa di lontano e irraggiungibile, invece a volte è dietro un angolo, in un piccolo momento con i nostri amici o con una persona importante. Anche una notte qualunque può diventare speciale, dobbiamo solo lasciarci andare. E così anche al buio, possiamo vedere tutto.
Gerarda Servodidio
Buon viaggio in quel del “Louvre” di Leonardo Zaccaria: