
In questo periodo storico pieno di incertezze e di paure, abbiamo voluto sentire una voce potente e calda, proveniente da una giovane fragile ragazza nata 23 anni fa in Lussemburgo.
Mirella Nyvinne Pinternagel, in arte NYV, ha risposto alle nostre domande dalla sua casa di Cormano, nella città metropolitana di Milano.
Il 20 marzo 2020, l’ultimo giorno d’inverno, è uscito il suo primo disco dal titolo molto azzeccato: “Low Profile”, un pop-soul contemporaneo, caratterizzato da piacevoli sfumature francofone e con un tocco cantautoriale.
Ecco che cosa ci siamo detti io e NYV:
Sei una polistrumentista e per di più autodidatta, sai suonare il pianoforte, la chitarra, l’ukulele, fai beat box… Come ti viene più naturale scrivere una canzone? Con quale strumento e in che lingua?
Quando scrivo una canzone è l’istinto che decide tutto, è spontaneo e nasce dall’improvvisazione su uno strumento qualsiasi per poi trasformarsi in quello che sento di dover comunicare. La lingua non la decido mai prima, viene da sé un po’ come i pensieri.
Ti ho seguita ad “Amici” ed ero convinto, lo dicevo a tutti, che avresti vinto tu. Pensi che la tua fragilità emotiva sia stato il vero gap tra te e la finale?
In realtà non mi sono mai posta questa domanda, il mio unico desiderio dal primo momento era quello di fare ascoltare le mie canzoni al grande pubblico. Per me questa è una grande vittoria!
Ti ho vista durante il programma cercare di lottare contro questo aspetto del tuo carattere, la timidezza, per poi invece arrivare a difendere la tua natura, della serie: “Questa sono io. Prendere o lasciare”. Ora che sei a freddo, da sola per conto tuo, come ti senti? Te ne freghi o stai lavorando su questa tua difficoltà?
Diciamo che è stato un percorso che mi ha fatta mettere in discussione più volte, ma come ho detto nelle ultime puntate, credo che sia proprio grazie alla persona che sono (con tutti i pregi e difetti) che riesco a vivere la musica in questo modo.
E’ minuscola la distanza tra il “cambia per gli altri, per arrivare di più” con “Lavora su te stessa per trovare un’altra chiave di comunicazione.” Personalmente, forse non sarò da grande schermo, ma il momento in cui tengo gli occhi chiusi ed entro in quella gigantesca bolla che mi emoziona, io, non la cambierei con nient’altro. Per me quello è un momento troppo magico, dove finalmente tutto può uscire e per questo voglio difenderlo. Magari un giorno sarò in grado di viverlo con gli occhi aperti, ma in questo momento, non essendo ancora capace, sarebbe stata solo una forzatura. Giorno dopo giorno lavoro su me stessa ma con l’intento di ricercare cose che non conosco. Non voglio vivere questo mio essere introversa come un limite, ma come una caratteristica. 🙂
(Lo smile è opera di NYV, che ha voluto sottolineare l’atteggiamento con il quale stava rispondendo alla nostra domanda, ndr)
Cosa provi quando componi e quando ti esibisci? Dietro quelle palpebre sempre chiuse, a chi ti rivolgi? A chi stai portando la canzone?
Quando canto sento di esserci completamente, ma allo stesso tempo sento di essere altrove. Indirizzo le canzoni a qualcosa che va oltre le persone, è come se vedessi un “videoclip” dove risaltano le sensazioni, le situazioni, le difficoltà, i momenti di gioia, insomma tutto quello che un film mentale basato sui ricordi ti può dare.
Quali sono i tuoi artisti di riferimento? Dimmi uno del passato e uno del presente.
Artisti di riferimento? 2Pac.
Quando hai capito che la musica era la cosa più importante?
Ho sempre visto la musica come una cara amica, già da bambina inserivo le mie emozioni dentro qualche nota, poi a distanza di tempo quando mi capitava di risuonarle, potevo risentire quello che avevo provato, mi faceva effetto.
“Low Profile” diciamo che ti si addice… Come è nato questo titolo? Quando si è concretizzata la possibilità di pubblicare il tuo primo album?
“Low Profile” esprime totalmente il mio modo di vivere la musica. A basso profilo, dare l’anima ma senza alcun tipo di pretesa un po’ come sognare grazie alle canzoni scritte ma restando coi piedi per terra.
La canzone di “Low Profile” a cui sei più legata?
Essendo quasi tutte canzoni autobiografiche o comunque vissute da vicino, non c’è una vera e propria canzone alla quale sono più legata. Parlano tutte di me, mi coinvolgono, descrivono momenti che hanno segnato la mia vita, non sono in grado di preferirne una.
Quanto ti vedi cambiata dalla NYV di “Sanremo Giovani” del 2018? Che ruolo ha avuto “Amici” in questo tuo cambiamento, se c’è stato?
Mi vedo molto cambiata, ho avuto la fortuna di vivere molte cose diverse che hanno dato modo alla mia persona di ricercare e capirsi sempre di più. “Sanremo giovani”, l’esperienza del tour, mi hanno riempita e fortificata. “Amici” mi ha messa in discussione, ma allo stesso tempo mi ha dato gli strumenti per capire cosa desidero dal mio progetto artistico. Sono totalmente diversa.
L’emergenza Coronavirus sta cambiando e ha cambiato la routine e le abitudini di ognuno di noi. Come hai vissuto la parte finale di “Amici”, al serale, senza il pubblico?
E’ stato uno shock.
Il pubblico è la reale magia di un’esibizione, perché è proprio grazie alle persone che è possibile condividere la musica. Quando ci è stato detto che non ci sarebbe stato il pubblico abbiamo avuto un crollo psicologico. La seconda puntata è stata molto difficile ma poi, grazie al sostegno di Maria, ci siamo resi conto che per noi era un’occasione per regalare belle emozioni a chi ci guardava da casa. Dovevamo farlo per loro.
Come vive NYV la quarantena adesso a casa?
Rimanendo a casa sto scrivendo molte canzoni e sto già lavorando su progetti futuri!
Federico Guarducci