Oggi il mondo della musica ricorda l’anniversario di nascita di Keith Roger Barrett, soprannominato Syd Barrett, nato il 6 gennaio 1946 a Cambridge. Uno dei fondatori della band progressive rock Pink Floyd e una pietra miliare negli sviluppi della musica rock psichedelica e dell’elettronica. Il cantautore, chitarrista, compositore e pittore britannico ha dato vita ai pezzi dalla struttura completamente libera, che si costruiscono da lunghi passaggi d’improvvisazione e di ricerca sonora. Barrett ha focalizzato la sua attenzione proprio sulla ricerca stilistica esasperata del suono e sulla questione del timbro. La militanza attiva di Barrett nei Pink Floyd è durata soltanto tre anni, dal 1965 al 1968, quando manifestò una grave forma di disagio psichico e il consumo enorme di droghe pesanti lo costrinse a lasciare le scene e a trascorrere il resto della vita in modo ritirato.

Il 21 febbraio 1967, nello studio 3 degli Abbey Road Studios di Londra, mentre nella sala di registrazione i grandi Beatles mettevano su disco “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, i Pink Floyd, che ora avevano una composizione perfetta (Roger Waters, Manson, Wright e Syd Barrett) iniziavano a suonare le note del loro primo lavoro discografico presso la EMI intitolato The Piper At Gates of Dawn”, l’unico album realizzato sotto la direzione di Barrett. Il disco ebbe un grande successo e fece capire al mondo musicale che si trattava di un fenomeno nuovo, da non sottovalutare, che cercava di andare oltre la dualità Beatles/Rolling Stones.

Per moltissimi anni Syd Barrett, ha sofferto di una sorta di malattia mentale, una forma particolare di Aspreger. Una condizione dello spettro autistico che spesso si accompagna alla normalità, ma che fu portata all’ennesima potenza dell’uso disinibito di droghe pesanti. Nel 1967 e durante il tour negli Stati Uniti per promuovere l’uscita del nuovo album intitolato “A Scerful of Segrets, Barrett che aveva aumentato il consumo di droga, non fu veramente in grado di recitare sbagliando spesso.
A Los Angeles in televisione, Barrett sbagliò clamorosamente attaccando in playback, quasi senza accorgersi. Rientrati in albergo, Mason e Waters lo immortalarono in una scena che diventerà successivamente epica e farà parte del bagaglio leggendario del gruppo. Wright disse a Waters che bisognava avere coraggio e prendere una decisione su Syd, che così non potevano più andare avanti. Waters, inoltre chiese a David Gilmour, amico di infanzia suo e di Syd di aggiungersi a loro. Syd Barrett, l‘ideatore principale della band, era quindi fuori dai Pink Floyd. A febbraio dello stesso anno, il gruppo ormai liberandosi dal suo leader, si esibiva dal vivo all’Imperial Ballroom. È incredibile come Syd – che dimenticava posti e circostanze – in quell’occasione si portò la Fender e salì sul palco. Ma Waters lo fece scendere e gli disse che non poteva davvero suonare e che loro erano a posto così.

Syd Barrett per un’altra volta entrò nello studio di Abbey Road per registrare il suo primo album da solista intitolato “The Madcap Laughs” del 1970. Nella realizzazione dell’album hanno collaborato anche Richard Wright, Waters e Gilmour. Il disco è recensito in un maniera contraddittoria e solo il singolo “Octopus” è entrato stabilmente nella Top 50 in Gran Bretagna. “Barrett” (1970)è il titolo del secondo e ultimo album da solista del cantautore inglese.


La famosa copertina del disco disegnato da Syd raffigurava una serie di insetti, una sorta di trasposizione del caso che si agitava ormai inesorabilmente dentro di lui. I tentativi di promuovere del disco erano inutili a causa dell’instabilità mentale di Syd, che non riusciva praticamente a reggere una conversazione normale, abbandonando interviste ed esibizioni in modo improvviso. Il 1971 segnò infatti l’uscita di scena di Syd Barrett dalla musica e dalla notorietà: Syd è tornato nella sua città natale e ha trascorso il resto della sua vita a dipingere, a fare giardinaggio e ad ascoltare musica.

Dopo la morte, avvenuta nel 2006 per tumore al pancreas, si è trovato nel suo appartamento un volume intitolato “The Oxford texbook of psychiatry“, in cui l’artista appuntò alcune pagine relative alla gestione di sindromi organiche da abuso di droghe. Da ciò si percepisce che Syd Barrett avesse una consapevolezza di malattia o quanto meno tentassi di capire da solo i suoi disturbi mentali.

Hadi Farahmand

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