
Oggi Spettacolo News vi propone un’intervista esclusiva a Valeria Rossi. Tutti ricorderete le famose parole che risuonavano ovunque 17 estati fa: “Sole, cuore, amore”. Era il 2001 quando una sconosciuta Valeria Rossi cantava il tormentone estivo “Tre parole”, che con circa 10.000 copie vendute solo nelle prime tre settimane mantenne la prima posizione nella classifica italiana per ben 7 settimane consecutive. Dopo la grande popolarità ottenuta con il suo primo brano Valeria Rossi pubblicò due album e poi continuò a lavorare nella musica, ma solo dietro le quinte. È stata autrice di diversi pezzi, alcuni dei quali hanno
anche partecipato al Festival di Sanremo, e pubblicato libri e racconti. Quest’anno ha deciso di rimettersi in gioco su un palcoscenico partecipando al programma Rai dedicato agli ex famosi “Ora o mai più”, condotto da Amadeus.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Quando è iniziata la tua passione per la musica?
Da piccola facevo più fatica a parlare che a cantare. Avevo due fratelli più grandi con un bel patrimonio di dischi, da lì è stato un due più due. Sia per timidezza che per altri motivi, la musica è diventata il mio linguaggio, la mia materia di studio e di ricerca. Per me non ha significato tanto spettacolo o music business, quanto piuttosto un fattore di crescita personale.
“Tre parole” fu un successo in Italia e all’estero, all’improvviso dall’anonimato hai raggiunto una grande popolarità. Ti sei sentita travolta dal successo?
Sì, certo. Ero persona comune e poi, all’improvviso, tutti mi conoscevano. Non ero assolutamente preparata né abituata. I primi palchi erano già i palchi con 100 mila persone davanti, ovviamente mi è mancata la gavetta ma penso di aver appreso ancora di più entrando subito nell’ingranaggio ai suoi massimi livelli.
Al brano seguirono due album… e poi?
Poi tante altre cose. Ho scritto per diverse case discografiche e diversi artisti. Ho pubblicato un saggio pop che si intitola “Tre parole dopo: riflessioni intorno al successo” e poi un libro di canzoni ricetta. Tutte cose che comunque hanno un unico filo conduttore.
Appunto hai continuato a lavorare nella musica come autrice. Preferisci scrivere all’essere interprete?
Sono due cose molto diverse perché la scrittura nasce intima e in parte rimane intima anche quando la pubblichi e solo in una certa misura diventa altro da te. Il rapporto con il pubblico è filtrato, mentre sul palco non lo è. Il musicista ha tra sé e il pubblico lo strumento, mentre il cantante no. È un qualcosa di molto prestazionale.
Come dicevi prima hai pubblicato alcuni libri e racconti, continuerai a farlo?
Mi piacerebbe. Poi la vita è imprevedibile e ho imparato che bisogna rimanere aperti, flessibili rispetto a ciò che l’universo “cospira” per te. Se si fanno le cose coerentemente con la propria visione del mondo, se si mantiene un contatto con se stessi, è possibile sentire se la cosa che stai per fare è quella giusta per te. Inoltre io non sono una per il palco a tutti i costi.
Quindi ti piace separare il palcoscenico dalla vita privata?
Per forza, è necessario per la propria lucidità mentale e emotiva. Sul palco devi salire come “operatore di show”, lasciando la vita al di fuori.
Perché hai scelto di partecipare a “Ora o mai più”?
Per uscire dalla zona di comfort perché mi piace superare i miei limiti. È necessario mantenersi aperti, se c’è da giocare non mi tiro indietro. Nella vita non bisogna autodefinirsi e rimanere chiusi nell’idea che si ha di se stessi.
Come stai vivendo questa esperienza?
Molto bene, sono entusiasta degli abbinamenti che sono stati scelti per me. Sono molto felice dell’accoppiata con Orietta Berti perché la sento molto vicina nonostante la differenza. Il fatto che sia una persona così equilibrata, così di valore, di spessore, con la sua infinita esperienza, il suo essere sempre costruttiva la rende un grande modello. Se lei fa qualcosa mi conferma che quella cosa è giusta.
Floriana Durante