La Zero: “Sono pronta per affrontare la mia vita musicale con l’onestà e il coraggio necessari

La Zero, all’anagrafe Manuela Zero, è una delle 24 finaliste di Sanremo Giovani, a cui parteciperà stasera con il brano “Nina è brava”. Il programma andrà in onda in prima serata su Rai 1,a condurlo saranno ancora una volta Pippo Baudo e Fabio Rovazzi e questa sera si sceglierà il secondo vincitore che accederà di diritto alla gara dei big al Festival di Sanremo 2019.
Nata a Piano di Sorrento nel 1984, La Zero non è  solo cantautrice, ma anche attrice: ha lavorato al cinema con Paolo Sorrentino e Leonardo Pieraccioni, a teatro con Massimo Ranieri e Gigi Proietti, solo per citare i nomi più famosi.
Nel 2016 ha fatto anche parte del cast di “Domenica In“.
L’artista ha appena finito di lavorare al suo primo progetto discografico e noi l’abbiamo intervistata per voi… Ecco cosa ci ha raccontato.

Quando hai iniziato a cantare?
Ho cominciato a cantare prestissimo. Intorno ai sette anni ho cominciato a suonare il pianoforte e ad accompagnarmi con la voce da autodidatta. Poi ho cominciato a studiare danza, mi sono iscritta a una scuola di musica e infine al conservatorio. La musica e la scrittura mi sono sempre appartenute, da bambina scrivevo molto, tenevo dei diari da cui tra l’altro ho preso alcuni spunti per una canzone che sarà inserita nel mio disco.

Nella vita sei anche un’attrice: ultimamente hai recitato in “Loro 1 e 2” di Paolo Sorrentino e hai lavorato sia al cinema che al teatro con nomi importanti come Pieraccioni, Ranieri e Proietti. Come coniughi l’attività di cantante a quella di attrice?
Sicuramente sono due cose diverse, ma io sto provando ad assemblarle. Quello che sto facendo oggi è frutto del mio percorso da attrice e da ballerina, cercando di inserire tutto in un’unica performance, di portare sul palco tutto il mio background. Il mio disco avrà delle canzoni che si potranno ascoltare, ma anche vedere. Conciliare la recitazione con il canto non è comunque una cosa semplice.

Cosa provi quando reciti e cosa, invece, quando fai musica?
È un’unica emozione di felicità. Faccio questo mestiere per una sola ragione: mi fa sentire a mio agio. Ad esempio questa esperienza di Sanremo è una delle più belle della mia vita perché qui, attraverso una storia così forte, sento di comunicare qualcosa di importante e quando riesco a farlo sono sicuramente contenta.

Come hai reagito quando hai scoperto che il tuo brano era stato selezionato per partecipare a Sanremo Giovani?
C’è un video molto divertente sul mio profilo Facebook che mi hanno fatto di nascosto. Tra l’altro se non fossi entrata sarebbe stato un video tristissimo. Si vede benissimo cosa faccio: ho iniziato a saltare come una bambina impazzita, ho detto anche certe parole che abbiamo dovuto tagliare. Da lì si percepisce bene la mia reazione.

La canzone “Nina è brava” parla di un tema molto delicato, ma poco affrontato: quello dei bambini che vivono insieme alle loro madri in carcere. Da cosa è scaturita l’esigenza di raccontare proprio questo tipo di esperienza?
Da un anno e mezzo ho intrapreso un percorso con i bambini, soprattutto a San Giovanni Rotondo, dove ho fatto molta amicizia con alcuni ragazzi guariti dal cancro. Ad un certo punto ho avvertito il bisogno di cambiare un po’ di cose nella mia vita, sentivo di dover fare qualcosa per me in primis. Si è rivelata un’esperienza fortissima che mi ha insegnato veramente tanto. Mi sono vergognata di come mi potessi lamentare di cose inutili e ho cominciato a guardare la vita da un altro punto di vista e a scrivere da un altro punto di vista, dalla parte di chi se le cose le vede cento volte è come se le vedesse per la prima volta, perché non le dà per scontate. Poi ho letto una sceneggiatura inedita di Gianluca Della Monica che parlava di questo argomento e che, insieme a quello che avevo vissuto, mi ha permesso di scrivere questa canzone in una notte.

Nel testo ci sono dei versi in napoletano. Quale pensi sia il ruolo del dialetto oggi in Italia? E qual è il tuo rapporto con esso?
Io sono tutto quello che sono le mie origini, sono così perché sono nata in quel posto meraviglioso che è Piano di Sorrento, vicino a Napoli. L’assurdità è che per fare l’attrice ho dovuto studiare dizione, ripulire l’inflessione dal mio dialetto e poi appena ho potuto fare quello che volevo l’ho ripreso in un attimo perché mi sento rappresentata dalle parole della mia terra. Il verso della canzone in napoletano assume per me tutto un valore diverso, riesco a comunicare meglio e a sentire molto più mie quelle parole.

Hai appena terminato di lavorare a un tuo progetto discografico. Cosa puoi raccontarci?
Sono certa che è qualcosa di nuovo, qualcosa di molto speciale perché è stato concepito in un momento in cui mi sono sentita pronta per affrontare la mia vita musicale con l’onestà e il coraggio necessari. Per fare musica ci vuole audacia perché bisogna esporsi, bisogna prendere delle posizioni. Questo almeno per me che non faccio musica che parla di cose che non mi appartengono. L’album tratta di temi molto importati e anche di temi più leggeri, tutti seguono il filo della meraviglia, come se vedessi le cose per la prima volta. “Nina è brava” lo è meno, ma ci sono anche dei pezzi molto discografici, che faranno sorridere. Inoltre realizzeremo dei video perché, come ho già detto, la mia musica va anche vista.

Un sogno che speri di realizzare presto?
Vorrei comprare una casa ai miei e una casa per me. Non parlo della materialità dell’abitazione in sé, quanto della realizzazione di una serenità personale.

Floriana Durante

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