
“La regina di Tebe” di Annamaria Zizza è un romanzo storico scritto da una grande appassionata di egittologia; l’autrice si è concentrata in particolare sulla XVIII dinastia e sui tanti dubbi e misteri che gravitano intorno all’ultima parte di questa gloriosa stirpe. Il romanzo è stato preceduto da un’altra opera, “Lo scriba e il faraone”, in cui è presentato un personaggio che tornerà nella sua ultima fatica letteraria, dove avrà un ruolo chiave: si parla dello scriba e medico babilonese Menthuotep e della sua amicizia con il giovane Tutankhaton, di cui diviene maestro e guida. Tutankhaton diventa poi, a soli dieci anni, il celeberrimo faraone Tutankhamon e regna per 8 anni, durante una parte dei quali Menthuotep veglia lealmente su di lui, nonostante il dolore per la perdita prima di suo figlio e poi di sua moglie. Dopo qualche anno, però, deve abbandonare il faraone per tornare in Mesopotamia e assistere la madre gravemente ammalata. Quando gli giunge la notizia dell’agonia di Tutankhamon, lo scriba torna a Tebe, per cercare di aiutarlo e, in seguito, per essere presente ai solenni riti funebri, come descritto in apertura di questo nuovo romanzo – «Il mio discepolo era malato e chiedeva di me. Mi rimisi in cammino. Non riuscii a salvarlo, come non ero riuscito a salvare nessuno nella mia vita: mio figlio, mia madre e ora il mio sovrano, che amavo come fosse il mio Senmhat, rinato per darmi una seconda occasione di felicità. Gli stetti vicino durante l’imbalsamazione e pregai per la sua anima.».
Ne “La regina di Tebe” si racconta del periodo appena seguente alla morte del faraone: la vedova di Tutankhamon, la bella e giovane regina Ankhesenamon, decide di risolvere il vuoto di potere chiedendo al re ittita Suppiluliuma di sposare uno dei suoi figli. La regina incarica proprio Menthuotep di intercedere per lei col Gran Re: è infatti una questione spinosa perché tra egizi e ittiti non è mai corso buon sangue. In particolare, la civiltà ittita del XIV secolo a.C. era all’apogeo della propria potenza, perché conosceva i segreti della tempratura del ferro e aveva quindi, armi più resistenti di quelle degli egizi, fatte di semplice bronzo. Tanti sono quindi gli interessi in gioco e un matrimonio potrebbe servire così come essere d’ostacolo; Annamaria Zizza narra questa interessante parentesi della storia egizia, presentando personaggi vividi e tridimensionali e ambientando le loro vicende in affascinanti scenari, ricostruiti fedelmente e nel pieno rispetto delle fonti storiche.
La redazione – In collaborazione con Diffondi Libro
Collana: Vulcano
Genere: Romanzo storico
Pagine: 272
Prezzo: 16,00 €