
“Il portiere” di Giuseppe Tecce è una raccolta di 10 racconti brevi volutamente senza finale; l’intento dell’autore è quello di offrire una lettura stimolante che spinga il lettore a colmare i vuoti lasciati dal narratore e ad esercitare quindi l’immaginazione. Per questo motivo a fine libro sono state lasciate diverse pagine bianche, affinché ognuno possa scrivere i propri finali. L’autore lancia anche una sfida: i lettori possono inviare all’indirizzo di posta elettronica giuseppe.tecce@gmail.com i propri elaborati e i più belli saranno selezionati e pubblicati sul suo blog www.giuseppetecce.com.
L’effetto dato dalla mancanza di un finale è sicuramente straniante: i racconti sono scorrevoli e anche molto coinvolgenti, ma la non chiusura potrebbe creare delle sensazioni complesse; le storie sono però tanto affascinanti da risultare piacevoli e soddisfacenti, anche grazie alla componente surreale che si riscontra nella maggior parte delle vicende. I racconti si svolgono in diverse parti d’Italia e non hanno mai gli stessi personaggi; ci sono però due elementi che li legano: lo sfondo storico comune dato dall’attuale guerra ucraino-russa e il fatto di essere ambientati negli hotel e di avere sempre la figura del portiere di notte tra i personaggi più o meno centrali.
Il portiere a volte è proprio il protagonista, o addirittura l’antagonista, oppure è un testimone degli eventi o ancora quel personaggio chiave che diventa risolutivo per le situazioni più ingarbugliate. La guerra tra l’Ucraina e la Russia caratterizza profondamente la narrazione: i personaggi ne parlano continuamente e l’autore coglie l’occasione per proporre tesi diverse e differenti schieramenti, per dare un quadro completo di un contesto tanto drammatico quanto controverso.
Accade quindi di incontrare personaggi filo-russi o filo-ucraini o di assistere alle manovre di uomini senza scrupoli che commerciano in armi di contrabbando per inviarle all’esercito russo. E molto spesso sono i portieri di notte i depositari delle elucubrazioni dei clienti o i testimoni dei loro crimini; non sempre allineati con il pensiero dei protagonisti, si imbarcano in accese discussioni, esponendo il punto di vista di chi osserva l’umanità, nelle sue luci e nelle sue ombre, da una posizione privilegiata, anche se defilata.
Giuseppe Tecce presenta ancora una volta con “Il portiere” un’opera profondamente ancorata alla contemporaneità, dopo il suo esordio nella narrativa con il romanzo “Storia di un presidente che si credeva un topo” (Scatole parlanti, 2021), in cui ha raccontato le avventure tragicomiche di un uomo alle prese con la paralizzante paura del virus del Covid19.
La redazione – In collaborazione con Diffondi Libro
Clicca qui sotto per acquistare il libro:
Genere: Raccolta di racconti
Pagine: 142
Prezzo: 9,00 €