Sembra ieri quando un quasi 30enne Luciano Ligabue iniziava il suo percorso musicale, costellato da numeri alle stelle e traguardi all’epoca inimmaginabili per il ragazzo emiliano dai capelli lunghi e il giubbotto di pelle.
A differenza di quello che si può pensare la mia gavetta è stata molto breve, ho iniziato tardi ma il successo è arrivato subito” sono le parole con cui Liga parla dei suoi esordi nel film “Ligabue. 30 anni in un giorno”, in cui si viene catapultati all’interno del concerto-evento realizzato a Campovolo il 4 giugno 2022.
Un lungo viaggio per celebrare una carriera di oltre 30 anni, un evento che ha segnato il ritorno ai live del cantautore dopo lo stop a causa della pandemia, ma che ha anche impresso un segno indelebile nella storia della musica italiana, con un concerto che ha visto la partecipazione di più di 100mila persone.

«Immagina qualcosa di cui non puoi fare a meno nella tua vita e poi immagina che quella cosa ti venga tolta per tre anni» così Ligabue ha parlato della frustrazione vissuta negli anni in cui il mondo degli eventi si è fermato per il Covid. «Ecco, Campovolo è stata l’esplosione di un cumulo di emozioni che si sono formate in quel periodo, un’esplosione e una voglia di urlare ‘abbiamo vinto noi!’, come dice il ritornello della canzone con cui ho aperto lo show, ‘Non cambierei questa vita con nessun’altra’ e con cui, non a caso, inizia anche il film.”.

Una carrellata di immagini dietro le quinte, di racconti, di ricordi, esperienze di chi Ligabue lo ha vissuto e lo vive davvero, dai suoi collaboratori storici ai membri delle 3 band con cui ha suonato in questi decenni – e che a Campovolo lo hanno accompagnato sul palco – dai tantissimi fan al fratello Marco.
Il tutto alternato a video di repertorio, alle note delle sue inconfondibili canzoni che si riconoscono già dall’incipit, frame che dipingono la sua terra natale, una campagna a cui il rocker è tuttora molto legato. Il suo passato e il suo presente, che nel film diretto da Marco Salom vengono descritti nel dettaglio.

Raccontare 30 anni in un giorno è impossibile, 30 anni in un giorno non ci possono stare” sostiene Luciano Ligabue, ma il regista è riuscito a catturare attraverso la macchina da presa quelle che sono state le emozioni più vere di quel giorno, l’ansia e l’impazienza di tornare a suonare e cantare dal vivo nelle ore che hanno preceduto il live, ma anche tanta storia dell’artista di Correggio.

Ad arricchire un’opera già di per sé validissima, le testimonianze di amici e colleghi di Luciano, da lui invitati al concerto per cantare insieme: da Loredana Bertè a Francesco De Gregori, da Elisa ad Eugenio Finardi, da Mauro Pagani a Gazzelle.

Una narrazione fatta di immagini, parole e musica, in grado di far immergere lo spettatore all’interno di quella vita che Liga non scambierebbe con quella di nessun altro, una vita che gli ha dato tanto, per la quale è profondamente grato, una vita fatta sì di musica, ma anche di cinema, libri e – come lui stesso rivela nel film – anche di teatro, con un musical scritto e basato sulle sue canzoni, ma ancora mai realizzato. “In tutti questi anni mi sono cimentato in tante cose diverse, alle varie proposte rispondevo sempre ‘perché no?’ e da lì partiva una nuova avventura. L’unica cosa su cui ho detto di no è stata il recitare, perché non sono proprio capace… Non a caso nei miei videoclip, se ci fate caso, cammino sempre!

Durante la proiezione riservata alla stampa ieri in sala al Cinema Barberini di Roma, in prima fila c’era anche Luciano, che ancora non aveva visto il film completo: “Di solito quando canto riesco a vedere solo le prime file, le emozioni di chi è sotto al palco… Attraverso questo film Marco Salom mi ha permesso di scorgere anche quelle di chi invece è sparso, è più lontano dal punto in cui siamo la band ed io e lo ringrazio davvero per questo grande regalo che mi ha fatto.”.

In attesa di rivederlo in concerto il 5 luglio allo Stadio Meazza di Milano e il 14 all’Olimpico di Roma, non possiamo che suggerirvi di vedere il film “Ligabue. 30 anni in un giorno”, nelle sale il 20, 21 e 22 marzo, per vivere – o rivivere – un sogno “tra palco e realtà”.

Carlotta d’Agostino

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