Ve lo avevamo anticipato qui e mercoledì 19 giugno eravamo lì, nell’incantevole cornice di  Villa Wolkonsky, residenza dell’ambasciatore britannico Jill Morris, che ha ospitato la premiazione dei Globi d’Oro, assegnati dall’Associazione della Stampa Estera in Italia, giunta alla sua 59esima edizione. A condurre la cerimonia, Claudio Lavagna e Alina Trabattoni, corresponsabili del comitato di giuria. Vediamo insieme i momenti più significativi e, ovviamente, i premi assegnati.

La cerimonia di premiazione è stata aperta nell’atmosfera magica di uno straordinario concerto al pianoforte del Maestro Ezio Bosso a cui è stato assegnato il Gran Premio della Stampa Estera. “Un italiano che ha prestato la sua arte al cinema e ha varcato i confini fino a diventare un ambasciatore del nostro Paese nel mondo”. Fra i brividi di quelle note dal vivo, un messaggio che resta scolpito: “Qualunque cosa tu faccia si compie solo nel momento in cui si fa insieme, puoi scrivere il film più bello del mondo ma se non c’è un gruppo intorno a te e con te e se nessuno lo vede, esisti e non esisti.”.
Il Globo d’Oro come Migliore Serie TV, novità di quest’anno, è andato a “Il Nome della Rosa”, serie diretta da Giacomo Battiato. In nomination anche “L’Amica Geniale” e “La Porta Rossa”, su cui “Il Nome della Rosa” ha trionfato per i temi trattati: “l’inizio dell’Era Moderna e i problemi della società, temi che possono sembrare molto lontani ma che sono profondamente attuali: immigrazione e conseguente integrazione, il dibattito religioso, politico e umano, temi raccontati magistralmente in questa serie.”.

Il premio per il Miglior Cortometraggio è andato a “Olmo”, di Davide Calvaresi, una semplice storia ispirata alla tradizione italiana dei burattini, resa un gioiello da “i giochi di parole che esprimono una profonda filosofia”. Ritirando il premio sul palco, l’emozionato Davide Calvarese ha presentato al pubblico Olmo, in “legno e ossa”, il suo compagno in un viaggio solitario.“Abbiamo fatto questo lavoro in solitudine. Credo si possa fare del cinema con pochissime cose, con un burattino di legno, con una telecamera con la luce giusta, con una scrittura veloce e sintetica.”.
La vincitrice del premio Giovane Promessa è la piccola grande Ludovica Nasti, per la “forza e la maturità interpretativa con cui ha saputo plasmare sullo schermo tutta la rabbia e la profonda caparbietà di una donna del sud. Tosta e tenera, forte e sensibile”. La giovane protagonista de “L’Amica Geniale”, commossa e con voce tremolante, ha dedicato il suo premio a tutta la sua famiglia e al regista Saverio Costanzo, suo “maestro”, suscitando nel pubblico un moto d’affetto sfociato in un caloroso applauso.

Il tragico film “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini e Lisa Nur Sultan, si aggiudica il Globo D’Oro per la Miglior Sceneggiatura, caratterizzato da un “giusto equilibrio in un crescendo realistico, dove traspira ovunque la grande passione per la ricerca della verità”. Premiato anche Alessandro Borghi, come Miglior Attore, in grado di far rivivere Stefano Cucchi perché, nonostante siano state dette “tantissime parole, nei tribunali, sulla morte di Stefano Cucchi… Le parole non bastano”. Alessandro “espone la violenza brutale e l’atteggiamento letargico di coloro che erano coinvolti. Ai nostri occhi, Borghi è un attore che andato oltre al typecasting e che ha tutte le carte per una svolta internazionale.”.
Per aver proposto un’opera che “aiuta l’integrazione reciproca di un Paese che ormai è sempre più multiculturale”, Phaim Bhuiyan vince il Globo d’Oro per la Migliore Opera Prima con “Bangla”, film in cui “le famose seconde generazioni fanno sentire il loro vissuto usando lo humour e nuovi linguaggi.”. Sul palco anche il gruppo musicale del film che si è esibito in un pezzo live.

Il premio Miglior Documentario è stato assegnato a “Butterfly”, di Casey Kauffman e Alessandro Cassigoli, per la sua originalità, coerenza e capacità di “raccontare una parabola sportiva che si intreccia con l’evoluzione e la crescita della protagonista, soffermandosi in modo mai scontato sullo spaesamento della sconfitta, invece che sull’euforia della vittoria.”.

Il Traditore”, di Marco Bellocchio, si è rivelato il Miglior Film, ricostruendo dall’interno l’articolata psicologia del protagonista, personaggio altamente drammatico. “Il regista passa magistralmente dalla cronaca minuziosa dei fatti e dei delitti di mafia visti nella loro cruda realtà, alla teatralità del maxi processo, alla dimensione onirica del protagonista senza mai rinunciare alla sua visione etica del mondo.”. In sottofondo, la colonna sonora vincitrice del premio Miglior Colonna Sonora, a opera di Nicola Piovani, contributo fondamentale alla riuscita del film. Una musica che “sottolinea gli stati d’animo dei personaggi, passando dai toni drammatici a quelli intimisti e a quelli più leggeri.”.

Premiati, questa volta con il Premio alla Carriera, anche Vanessa Redgrave e Franco Nero, icone della storia del cinema, simbolo di “una professionalità e un amore per il proprio lavoro che va oltre qualsiasi confine.”.
Infine, con la sua interpretazione in “Croce e Delizia”, Jasmine Trinca è Migliore Attrice mente il Premio per la Migliore Fotografia è andato a Daria D’Antonio che, in “Ricordi?” ha dimostrato “l’audacia compositiva, il rigore tecnico, la padronanza della macchina da presa che si riconoscono nei grandi maestri del Cinema.”.

Fra gli ospiti della serata, anche Arturo Muselli, conosciuto come “Enzo Sangue Blu” della celebre serie TV di Roberto Saviano, “Gomorra“. L’attore, membro della compagnia teatrale “The Hats  Company“, specializzata in riadattamenti di spettacoli shakespeariani in chiave tragi-comica, si è esibito in un’interpretazione shakespeariana mettendo in evidenza in maniera esilarante i problemi di pronuncia comuni agli italiani e, in particolare ai napoletani.

Flaminia Grieco

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