
“Hunter Killer – caccia negli abissi” è il nuovo film diretto dal regista Donovan Marsh e uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 8 novembre. Tra thriller militare e classico action movie “Hunter Killer” riesce piuttosto bene nella sua missione di catturare lo spettatore per tutti i suoi 121 minuti, nonostante non si faccia mancare i cliché cari al genere a cui appartiene.
Tratto dal romanzo “Firing point” scritto da George Wallace, comandante in pensione del sottomarino nucleare della USS Houston e dal giornalista Don Keith, la pellicola riassume le 700 pagine del libro in una storia lineare ma avvincente.
Tutto comincia nelle profondità del Mar Glaciale Artico dove il Capitano Joe Glass (Gerard Butler), si muove con i suoi uomini alla ricerca di un sottomarino americano in pericolo. Presto si scopre che i marinai americani erano stati affondati da un sottomarino nemico in seguito ad un Colpo di Stato da parte del Ministro della difesa russo, che tiene in ostaggio il proprio Presidente e medita di muovere guerra agli Stati Uniti, rischiando di far sprofondare l’intero pianeta in un nuovo sanguinoso conflitto mondiale. A cercare di risolvere la situazione ci saranno una squadra di Navy Seal infiltrata in territorio russo e la compagnia guidata da Joe Glass, aiutato dalla sua controparte russa, il Capitano Antropoyov (Michael Nyqvist).
Tra i vari interpreti troviamo anche il premio oscar per “L’ora più buia” Gary Oldman, Common, Linda Cardellini e Toby Stephens.
L’intera azione si dipana lungo tre fili narrativi: il sottomarino che si aggira tra i bui fondali oceanici, l’operazione segreta dei Navy Seal sulla terra ferma in una base russa e la sala operativa all’interno del Pentagono. Ecco perché “Hunter killer – caccia negli abissi” contiene essenzialmente tre film in uno, tre piccole trame parallele che si incontrano in continuazione tessendo coerentemente la trama principale. “Quando ho letto per la prima volta questa sceneggiatura alcuni anni fa, l’ho amata immediatamente.” – afferma Butler -“È una storia classica con moltissima azione, una trama intricata e un cast di personaggi fantastici che sono eroi, con di diversi percorsi di vita. Mi sembrava un modo interessante di far rivivere un thriller sottomarino ai nostri giorno. E mai come adesso, questa storia potrebbe essere più rilevante.”.
Dagli albori della storia del cinema autori, registi, produttori e pubblico sono sempre stati affascinati dalle profondità dal mare e dalle vicende degli uomini che le pattugliano giorno dopo giorno dentro le loro strette corazzate sottomarine, affrontando quotidianamente il senso di isolamento e la paura. Uomini spesso dimenticati da chi vive in superficie, ma non dal cinema a partire dal film “Il segreto del sottomarino” del 1915, fino alle numerose pellicole ambientate durante la Seconda Guerra Mondiale, al famosissimo film tedesco “U-Boot 96”, agli adattamenti di Tom Clancy negli anni ’90 di “Caccia a ottobre rosso” e “Allarme rosso”.
Il film di Donovan Marsh rispolvera un genere da sempre amato, ma pressoché dimenticato negli ultimi anni e lo fa al passo con i tempi, creando una storia e delle ambientazioni adatte alla politica e alla tecnologia del XXI secolo. Spiega il regista: “Hunter Killer parla di un evento immaginario, ma potrebbe facilmente accadere al mondo di oggi. Ci sono stati articoli recenti su come sottomarini russi e americani si rincorrano sott’acqua in modi pericolosi. Tuttavia poiché accade sotto l’oceano, le persone non sanno mai cosa sta succedendo. È così che inizia il nostro film: con due sottomarini che si inseguono a vicenda attraverso l’oceano…dando luogo a un incidente che rapidamente sfocerà sull’orlo della guerra.”.
Prendendo le mosse dai fondali per poi salire fino alla terra ferma “Hunter killer – caccia negli abissi” ci mostra una Guerra Fredda mai veramente conclusa, due visioni e modi di vivere opposti, un filo sottile che corre tra due fazioni e che tra quotidiani giochi militari rischia di rompersi da un momento all’altro; ma allo stesso tempo apre un sentiero alternativo, se non di pace almeno di dialogo e rispetto. Per rendere le atmosfere più realistiche possibile, la produzione si è avvalsa della consulenza diretta della Marina statunitense e il regista con parte del cast è salito a bordo di un vero sottomarino per tre giorni, assimilando il gergo e il cameratismo dell’equipaggio. “Hunter Killer – caccia negli abissi” – pur non brillando di originalità, peccando anzi di banalità in taluni punti – riesce bene nel suo compito di tenere con il fiato sospeso, di divertire e forse per alcuni anche di commuovere leggermente nell’omaggio reso a quei soldati, non solo americani, che passano la loro vita nelle profondità abissali del nostro pianeta.
Floriana Durante