Oggi vi parliamo di “Roma Fumettara“. Che cos’è?
Il fumetto è la “storia composta da immagini in sequenza, cioè accostate l’una all’altra in modo da suggerire l’idea del movimento, i cui protagonisti parlano spesso per mezzo di ‘nuvole di fumo’ che provengono dalle loro bocche” o, più semplicemente, l’unione di parole e immagini per inviare un messaggio o raccontare una storia. Nel 1993 Massimo Vincenti, Massimo Rotundo e Stefano Santarelli fondano la Scuola Romana dei Fumetti, vera e propria scuola per fumettisti, o meglio, fumettari, per evidenziare il legame con la capitale. Da allora, diverse generazioni si sono susseguite e mescolate, imparando e a loro volta insegnando la stessa arte, con allievi hanno condiviso e confrontato i propri talenti affermandosi poi anche nei campi dell’animazione, del cinema e dei videogame. Fra alcuni dei progetti memorabili della scuola ricordiamo “I Grandi Miti greci a fumetti di Luciano De Crescenzo”, edizione Mondadori/De Agostini e il cartone animato “Ulisse, il mio nome è Nessuno” , vincitore del premio Kineo/Diamanti al Festival del Cinema di Venezia nel 2012.
Sono passati 25 anni dalla fondazione e, per festeggiare questo traguardo e gli innumerevoli successi intermedi, dal 9 novembre al 6 gennaio 2019, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, sarà possibile visitare la mostra “Roma Fumettara”, scoprendo la storia della Capitale attraverso i disegni dei più grandi artisti italiani, rappresentanti fatti di cronaca, momenti cruciali, nonché ironici supereroi intenti a salvare la città. Fra i 70 autori dei pezzi esposti, tutti rigorosamente allievi o ex allievi della scuola, possiamo citare Massimo Rotundo, disegnatore di Tex, Stefano Caselli, disegnatore Marvel, Maurizio Di Vincenzo, disegnatore di Dylan Dog, Arianna Rea, autrice per la Disney, Riccardo Federici, disegnatore della DC Comics.
Vi consigliamo vivamente di andare a visitare questa mostra gratuita, per riscoprire un capitale artistico nazionale che viene finalmente valorizzato a dovere, per tornare un po’ bambini e sognare, sperare, e guardare Roma con gli occhi, ora innamorati, ora rassegnati, ora disillusi, ora arrabbiati, di chi l’ha conosciuta e, nonostante i suoi controsensi e le sue follie, la ha nel cuore e ce la vuole trasmettere attraverso il proprio talento.
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